Sacerdote antifascista e pedagogista insigne, raffinato dantista e studioso del pensiero di Gioacchino da Fiore, formatore delle coscienze di molti futuri esponenti politici dell’Italia post fascista
Luigino
Costanzo nacque ad Adami di Decollatura (CZ) il 3 marzo 1886 da Giuseppe e
Tommasina Perri. Compiuti gli studi elementari nel suo paese, giovanissimo
entrò nel Seminario vescovile di Nicastro (oggi Lamezia Terme), dove ben presto
si distinse dagli altri alunni per la sua viva e sincera voglia di studiare e
di conoscere.
Fu
ordinato presbitero dal vescovo del tempo, monsignor Giovanni RĆØgine il
22 settembre 1908, e inviato come viceparroco nella sua parrocchia natale in
Adami, col diritto di subentro (1910). Qui emerse ben presto come sincero e
colto pastore d’anime (infatti accorrevano da ogni dove per ascoltare le sue
prediche), che gli fruttarono la nomina a rettore del seminario di Nicastro
(1918).
Nel
frattempo incominciò i suoi studi su Dante Alighieri, Gioacchino da Fiore e
Girolamo Savonarola, che egli considerava dei profeti e lo portarono negli anni
ad avere fama nazionale come specialista del loro pensiero. Fraternizzò
con gli esponenti della corrente riformatrice in seno alla chiesa cattolica
detta Modernismo quali Ernesto Bonaiuti e Salvatore
Minocchi, da cui però poi prese le distanze perché il nostro fu sempre ligio e
fedele alla Tradizione Cattolica. Fu cognato del poeta Felice
Costanzo.
In
questo periodo osteggiò con ogni mezzo lecito ad Adami, come il resto della
popolazione, l’arroganza dei gerarchi fascisti locali, forti del sopravvento
governativo del loro partito (1922).Un incontro casuale su un treno con
padre Giovanni Semeria (1924), fece sƬ che il Costanzo si trasferisse
a Roma per lavorare col religioso nella sua Opera Nazionale per gli orfani
di guerra del Mezzogiorno d’Italia. Nel frattempo iniziò ad insegnare
lettere e religione in alcuni licei della capitale, fra i quali il Torquato
Tasso dove ebbe per alunni personalitĆ di spicco quali Ruggero Zangrandi,
Giulio Andreotti, Romano Mussolini e Vittorio Bachelet. Nel 1927 fu
presente a Marcellinara alle esequie del sacerdote, grande studioso della
lingua ebraica a Firenze don Francesco Scerbo.
Durante
il soggiorno romano strinse importanti amicizie con diversi esponenti politici
e culturali della capitale come fra i tanti i politici Antonino Anile, Enrico
Molè e Vito Giuseppe Galati. Nel 1942 ritornò a Nicastro (forse
costretto per il suo acceso antifascismo) per volere del vescovo Eugenio
Giambro, che lo nominò Decano del Capitolo della Cattedrale
nonchƩ Vicario generale della diocesi, anche se nel frattempo lo
tenne sotto sorveglianza speciale. Insegnò lettere e religione al liceo di
Nicastro Francesco Fiorentino.
Nel
1944 gli Alleati lo nominarono Provveditore agli studi della provincia di
Catanzaro e in tale veste fondò il Bollettino del Provveditorato,
dove fino al 1947 furono pubblicati molte sue riflessioni e scritti preziosi
per conoscere il suo pensiero pedagogico, teologico e filosofico. Infatti
il Costanzo fu sempre esaltatore della libertĆ intesa come pensiero da
trasmettere nella formazione dei ragazzi. Per lui lo studio doveva essere al
contempo “amore generoso e fecondo”, mentre la scuola aveva per primo
dovere quello di “vedere la realtĆ in cui viviamo” affinchĆ© essa
possa essere “un’instancabile incubatrice di energie sane, deve diffondere
l’abito della serenitĆ e la profonda convinzione che la vita individuale e
sociale sono sempre necessariamente dominate da valori universali, da tenere
sempre presenti, se si vogliono evitare gli orrori della mitica e selvaggia
orda primitiva”. Nel 1945, in occasione del Referendum sulla scelta
istituzionale, egli si espresse favorevolmente per l’opzione repubblicana.
Oltre
alla pedagogia e al pensiero teologico, si dedicò anche allo studio critico di
personalitĆ complesse e importanti della nostra regione quali il
compaesano Michele Pane e Vittorio Butera, della cui poetica ne
apprezzò i temi e lo struggente amore per la loro terra. Nel 1950 si
occupò anche di storia ecclesiastica, studiando gli aspetti della religiositĆ
in Calabria, dove non mancò di sottolineare la “necessitĆ di una
avveduta formazione del clero, al sentimento religioso popolare, alla
sopravvivenza di obsolete congreghe e pie associazioni, a volte sopraffatte da
spiriti personalistici, specie in tempo di comizi elettorali”.
Per i
suoi molteplici studi nel 1957 fu nominato, su proposta del rettore della
UniversitĆ di Napoli, membro della Depurazione di storia patria per la
Calabria e la Lucania. Ammalatosi di leucemia che gli diagnosticarono i
medici Basilio e Valentino De Fazio, si ritirò ad Adami
dove morƬ il 23 luglio 1958 e ai cui funerali parteciparono diverse personalitĆ
politiche, culturali ed ecclesistiche. Costanzo riposa nella cappella di famiglia
nel cimitero di Decollatura. Al sacerdote antifascista sono state intitolate
una via a Roma, Catanzaro e Lamezia Terme (CZ), mentre la sua Decollatura gli
ha intitolato il liceo Scientifico.
Fonte : Articolo di
su Lameziaterme.it
https://www.lameziaterme.it/un-pastore-danime-pensiero-don-luigino-costanzo/